Nuova Chiesa Parocchiale

Ultima modifica 5 ottobre 2023

Erano i primi giorni di ottobre del 1944, quinto anno della seconda guerra mondiale. Un reparto militare tedesco aveva subito una sanguinosa aggressione dai partigiani in località "VaI di Croce", limite del territorio comunale di Lozzo, e il comando nemico, per rappresaglia, aveva deciso di incendiare il paese. Vivevano perciò gli abitanti giorni di angoscia, disertando le proprie case la notte e il giorno, per rifugiarsi nei più nascosti fienili di montagna e frequentando di buon mattino la chiesa, dove, essendo il mese di ottobre, era esposto, secondo la tradizione, il simulacro della Madonna del Rosario.   In uno di quei tragici mattini, don Pietro Costantini, zelante parroco del paese e custode geloso dei suoi beni spirituali, durante la santa Messa propose il ponderato voto di costruire una nuova chiesa e di dedicarla alla Regina del Rosario. I fedeli, consapevoli dell'inconsistenza statica della vecchia parrocchiale, vi aderirono prontamente e, scampato il pericolo della distruzione, a guerra finita, fu mantenuto l'impegno. Iniziati, invero, i lavori della nuova parrocchiale nel 1970, per giungere alla sua solenne apertura al culto nel 1973, elemento di sostanziale novità per la vita religiosa di Lozzo, fu rappresentato dall'ubicazione del nuovo edificio sacro, realizzato nel centro urbanistico del paese, presso la Piazza 4 Novembre. Allo scopo fu operato un rimodellamento dell'area compresa fra il Municipio e la piazza, occupando anche spazi già sede di altri edifici; fu dato ampio respiro a un moderno complesso edilizio destinato a comprendere, con la chiesa vera e propria, anche i locali per le essenziali opere parrocchiali. In relazione all'andamento del terreno, alla chiesa fu destinata la parte pianeggiante dell'insieme, mentre gli edifici annessi furono ricavati in un unico sistema architettonico, con andamento rampante sulla collina posteriore. La chiesa è costruita a pianta subquadrata, con disposizione centrale dell'altare e con sviluppo su due piani della parte destinata ai fedeli. L'ingresso, con ampio atrio di disimpegno, si affaccia sulla piazzetta adiacente al Municipio. Pure disposta alla visione permanente di tutta l'assemblea dei fedeli, e dunque nello spirito del voto formulato dai capifamiglia, il simulacro della Regina del Rosario, cui la chiesa è dedicata e che è da sempre, come s'è già detto, oggetto di tanta tradizionale venerazione. Sul fondo, rispetto all'ingresso, alla sinistra dell' altare, è stata disposta la tomba di don Pietro Costantini, che tanto ha dato alla sua Parrocchia, e che con fede, pazienza e tenacia poté, vivente, condurre quasi a compimento l'impegno preso nel tristissimo 1944.  

Il blocco degli edifici è, nel suo insieme, caratterizzato, nelle linee esteriori, da una copertura montante dalla piazza verso la collina: il tema, rappresentato da un ritmico rincorrersi di vele cilindri che a profilo di catenaria, risulta ben visibile dalla Piazza 4 Novembre, evidenziando il voluto effetto di centralità di un vitale complesso religioso. Alla nuova chiesa manca ancora l'elemento che, del sentimento religioso, rappresenta la voce sonante: il campanile. In effetti, sebbene l'edificio dell'antica parrocchiale sia stato sconsacrato e dedicato ad altri usi, il tocco dell' Ave Maria, lo stormo delle solennità ed i segnali della gioia e della mestizia vengono ancora dalla torre a quello adiacente, sulla strada statale, quasi a segnare, fino a definitiva sistemazione, la continuità fra ciò che fu, per 500 anni, la chiesa di S. Lorenzo ed il nuovo luogo di culto per l'attuale e le future generazioni.

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PICCOLA CRONACA della CONSACRAZIONE (Tratta dal Bollettino Parrocchiale)

La consacrazione era stata programmata per il 25° dell'inaugurazione e benedizione, cioè per l'anno 1998, ma... approvazioni mancate, lungaggini e le solite motivazioni dei tempi lunghi, non hanno "permesso" di realizzare il desiderio. L'anno 2000 (numero "tondo", secolo e millennio alla fine, giubileo...) è stato un buon incentivo a portar tutto a termine. Ci siamo riusciti, con l'aiuto di Dio e di tante persone che hanno collaborato.   +++

Progetti da rifinire, ditte da interpellare, contratti da firmare... e i tempi diventano stretti. Alla fine di agosto qualcosa si muove e a settembre i lavori diventano quasi febbrili: il "vecchio" presbiterio viene demolito, si scava il profondo canale per la variazione del ricupero aria di riscaldamento, la canalizzazione per i fili elettrici viene impostata, i banchi della chiesa in parte ammassati alla parete di fondo ed in parte disposti in altra direzione, l'altare spostato dà l'impressione d'essere tornati..."come una volta". Anche all'esterno c'è movimento: la scalinata di accesso alla sala parrocchiale ed alle aule superiori viene rivestita di porfido, i muri puliti e pitturati, la parte lignea raschiata e rinnovata…..  

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A metà settembre arrivano i marmi e lentamente si comincia a vedere "come sarà!" la "nuova" chiesa. Ogni sera, partecipando alla Messa, si puliscono banchi e pavimento e si notano i particolari aggiunti. Anche la cappella per l'immagine della Madonna si profila sulla nuova parete; ma come sarà? Settembre sta finendo... e il 7 ottobre, data da tempo stabilita con il Vescovo per la consacrazione, non accetta spostamenti. E l'altare? e il battistero e l'ambone e la sede... dove sono? Arrivano mercoledì 4 ottobre. Pesi enormi da spostare e da sistemare! Ma, alla fine, tutto va a buon termine. Venerdì sera l'ultima Messa nella disposizione "provvisoria". E, dopo, si scatena l'opera di coloro che si sono offerti (e sono molti!) di ...ristabilire l'ordine e di preparare per il giorno dopo: banchi da spostare nella posizione definitiva, pulizie profonde a pavimento ed arredi vari (i vetri avevano già subìto il trattamento "pulizia" qualche ora prima!), fiori da sistemare negli spazi stabiliti, impianto elettrico da rivedere, amplificatore, microfoni ed altoparlanti che fanno bizze, i pittori devono dare ancora gli ultimi tocchi... Intanto la statua della Madonna del Rosario viene collocata nella sua nuova "casa" e ritornano (finalmente!), a farle compagnia, i santi Domenico (con il suo cagnolino ai piedi!) e Caterina (santi... del rosario!). La vecchia nicchia, vicina alle porte, trova i nuovi ospiti: sono i diaconi S. Lorenzo, patrono di Lozzo, e S. Stefano; nuovamente insieme a dare uno sguardo ed una protezione ai loro devoti. Don Mariano e don Giuseppe trafficano con i tavolini, i calici, i camici e le casule... (avevano già "trafficato" per i chierichetti!!!!!).

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Qualche giorno prima, presso la Curia Vescovile di Belluno, era stata spezzata una "pietra sacra" usata nella vecchia chiesa di Lozzo (ogni altare del passato, aveva, al centro, una piastra di pietra in cui erano inserite delle ossa di martiri). All'interno un sacchettino rosso, sigillato, ed un piccolo cartiglio con la scritta "Ex ossibus S. Chiari M. et S. Prosperi M.". Riportate queste reliquie a Lozzo, vennero esposte, la vigilia della consacrazione, nella chiesa di S. Rocco (rimessa in ordine ed bene ornata) per la venerazione dei fedeli: una veglia di preghiera dalle ore 21 alle 22 ha accompagnato queste reliquie prima del loro inserimento nel nuovo altare. Una pioggia insistente e non molto gradita ha chiuso in casa tante persone.

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Sabato 7 ottobre. La mattinata tutta spesa agli ultimi ritocchi e spolverate. Un gruppetto di persone ha voluto esser presente, nella chiesa di Loreto, all'ultima celebrazione di questa stagione: hanno pregato e ringraziato anche per coloro che non c'erano. Ore 15: Sotto una pioggia battente, il corteo di associazioni, giunta comunale, chierichetti, sacerdoti (una dozzina), vescovo e fedeli accompagna, dalla chiesa di S. Rocco, le reliquie dei martiri, fino alla parrocchiale.

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La celebrazione: - benedizione dell'acqua ed aspersione dei fedeli, delle pareti e dell'altare; - canto solenne del Gloria in excelsis; - liturgia della parola con la preghiera di Salomone nella "consacrazione" del tempio di Gerusalemme; un brano della prima lettera di S.Pietro dove si afferma che noi siamo pietre vive di un edificio spirituale; e il Vangelo dell'annuncio dell'angelo alla Madonna (la chiesa di Lozzo è dedicata alla Madonna del Rosario e siamo proprio nel giorno di questo ricordo). - nell'omelia il Vescovo richiama questo impegno di essere pietre vive nella comunità e di imitare Maria nella disponibilità a Dio e agli uomini che ci vivono accanto; - fatta la professione di fede, inizia la parte centrale della consacrazione.

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Le litanie dei santi vengono cantate perché le loro preghiere si uniscano alle nostre, in questa supplica solenne ed accorata. Poi le reliquie dei martiri vengono collocate, dal vescovo, nel piccolo sepolcro per loro preparato sotto la mensa dell'altare. Inizia la Solenne Preghiera di Dedicazione con un forte richiamo alla sacralità della chiesa (edificio) e alla santità della Chiesa (persone). Avvicinatosi all'altare, il Vescovo versa il crisma sulla mensa ed ai quattro angoli e poi unge tutta la mensa. Affida poi a tre sacerdoti (don Elio, don Mariano e don Giuseppe) il crisma per l'unzione delle quattro croci poste sulle pareti della chiesa. Un grosso braciere con carbone acceso viene posto al centro dell'altare per farvi ardere l'incenso che vi viene posto dentro; viene incensato l'altare, il popolo e le pareti della chiesa. Alcune persone astergono la mensa dell'altare, vi collocano sopra le tovaglie e lo ornano di fiori. Il Vescovo consegna ad un sacerdote una candelina accesa, perché accenda le candele dell'altare per la celebrazione dell'Eucaristia. Vengono accesi i quattro ceri posti davanti alle croci delle pareti, le altre candele e le luci: la chiesa si illumina a festa.   +++

Portati all'altare il pane ed il vino e le altre offerte, la celebrazione prosegue come nelle altre feste.

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Alla fine viene portato un cesto di fiori davanti all'immagine della Madonna come omaggio alla titolare della chiesa ...e del mondo. E poi la firma della pergamena di ricordo della consacrazione: Vescovo, parroco, sindaco ed un rappresentante della parrocchia: in questo caso il nostro Leo, che si è meritato anche un lungo applauso di tutti.


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