Museo delle attività di trasformazione e del latte MATEL
Ultimo aggiornamento: 28 maggio 2024, 09:57
MUSEO DELLE ATTIVITÀ DI TRASFORMAZIONE E DEL LATTE (MATeL)
Via Padre Marino da Cadore n. 404 – 32040, Lozzo di Cadore (BL)
E-mail: info@matelcadore.it
Phone: (+39) 379 239 4964
Web site: www.matelcadore.it
Social: Facebook, Instagram (Matel_cadore)
Periodo e orari di apertura (da verificare sempre sul sito web www.matelcadore.it):
- Apertura stagionale: dalla metà di giugno alla metà di settembre
Orari: dal martedì alla domenica, dalle 16.00 alle 19.00.
Ingresso: libero, con offerta.
Visite guidate: ogni mercoledì e venerdì durante l’apertura stagionale, previa prenotazione, con ritrovo nella piazza IV Novembre.
Itinerario: Piazza IV Novembre, Chiesa della Madonna del Rosario, Piazza Pietro Fortunato Calvi, Roggia dei Mulini, Borgata Prou, Chiesetta di San Rocco, Museo delle Attività di Trasformazione e del Latte.
- Aperture straordinarie (con visite guidate): previa prenotazione, dedicata a gruppi, scuole, parrocchie.
- Servizi e attività proposte: visite guidate, proiezioni e approfondimenti multimediali nelle sale espositive, percorso guidato con codici QR, attività ludiche per piccoli e giovani; eventi annuali culturali e di interesse sociale (consultabili sul sito web).
- Nell’arco dell’intero anno solare, la Latteria Sociale APS (ente gestore del Museo) organizza incontri formativi, esperienze culinarie e laboratori in differenti ambiti, aperti a tutti.
PRESENTAZIONE DEL MUSEO:
MUSEO DELLE ATTIVITÀ DI TRASFORMAZIONE E DEL LATTE (MATeL). Il polo museale, comprendente il Museo della Latteria e la Roggia dei Mulini, presenta due importanti aree tematiche legate alla storia e alla cultura cadorina del passato: il latte e la sua trasformazione in prodotti da esso derivati; l'acqua, quale fonte d’energia di molte attività finalizzate a lavorare la lana, il ferro, il legname, i prodotti agricoli e a produrre energia elettrica, elementi essenziali per l’economia locale. Il progetto della Latteria Sociale APS – l’ente gestore del Museo delle Attività di Trasformazione e del Latte – è quello di ampliare gli spazi espositivi, sia interni sia esterni, creando una sinergia con il territorio e un “museo diffuso” che – raccontando la tradizione – possa guardare al futuro con strumenti comunicativi innovativi e attrattivi, specie per le scuole, e con servizi dedicati ai visitatori e alle famiglie.
AREA ESPOSITIVA LATTIERO-CASEARIA:
Il Museo della Latteria è stato costituito nel 1997 nella sede della Latteria Sociale di Lozzo di Cadore, su volontà dei soci, al fine di valorizzare alcuni locali che non potevano più svolgere la loro funzione originaria dopo il cambiamento economico che ha portato in una decina d’anni, dal 1970 al 1980, alla scomparsa dal territorio delle attività rurali e dell’allevamento bovino. È il racconto di una tradizione che visse in paese per cento anni, dal 1884 al 1984, ed è uno tra gli unici esempi di testimonianza tramandata alle generazioni future – con uno sguardo innovativo – avviato grazie alla lungimiranza dei soci della Società della Latteria, al momento della chiusura dell’attività.
Al suo interno, un itinerario didattico mirato narra il percorso effettuato un tempo dal latte, per la produzione dei latticini derivati (burro, ricotta e formaggio): dalla raccolta alla consegna in latteria (con focus sull’attività di allevamento e di gestione delle stalle), alla trasformazione, fino al deposito per la stagionatura del formaggio e alla riconsegna dei latticini prodotti.
La collezione comprende una raccolta di strumenti utilizzati dal casaro (mistro) nel caseificio, con l’aggiunta di pannelli esplicativi, documenti, approfondimenti multimediali, nonché percorsi guidati con codici QR, visite guidate e attività ludico-didattiche dedicate ai più giovani.
Completano la visita al Museo, una sala dedicata all’alpeggio (con l’attrezzatura per la lavorazione del latte nelle malghe (casère) di Pian dei Buoi) e una sala dedicata all’attività della lavorazione e trasformazione del legno, con modelli in miniatura di antiche segherie ad acqua.
È di pertinenza del Museo anche l’archivio della Società della Latteria, recentemente inventariato. Si tratta di un amplio carteggio di corrispondenza varia, di elaborazioni statistiche, di documenti relativi alla gestione degli alpeggi, di registri contabili e altro.
Il Museo è dotato anche di una sala per le esposizioni temporanee, per ospitare mostre tematiche nei periodi di apertura e di una sala polifunzionale.
(Sono in fase di allestimento altre celle museali legate ad antiche attività di trasformazione presenti in Cadore)
CATALOGO ON-LINE: con il Progetto Interreg IV Italia-Austria "TRANSMUSEUM" Rete museale transfrontaliera per la promozione dello sviluppo sostenibile, il patrimonio culturale custodito nel Museo delle Attività di Trasformazione e del Latte di Lozzo di Cadore è stato parzialmente catalogato. È possibile visualizzare gli oggetti dell’inventario online, scrivendo “Museo della Latteria” nella barra di ricerca.
AREA DELLA ROGGIA DEI MULINI:
Lozzo desidera farsi riconoscere anche per la sua Roggia dei Mulini, uno dei più interessanti esempi di archeologia industriale presenti sull’intero territorio cadorino, poiché vi si possono trovare gran parte delle attività preindustriali legate allo sfruttamento della forza idraulica ed il loro modificarsi nel tempo.
Attraverso una visita guidata, ci si immerge in un viaggio alla scoperta del funzionamento degli antichi opifici che, grazie alla forza dell’acqua, erano adibiti alla lavorazione e alla trasformazione dei prodotti agricoli, della lana e dei tessuti e del ferro. Passando vicino alle ruote dei mulini ancora oggi in movimento, si giungerà fino alla centralina elettrica “Baldovin” dove, fino agli anni 2000, veniva prodotta l’energia elettrica per essere distribuita alle utenze del paese di Lozzo.
Come risulta dalle "Anagrafi Venete" del 1766, a Lozzo vi erano: dieci ruote da mulino da grani, una sega da legname, un follo da panni di lana, sedici "telari" da tela e cinque mole; agli inizi del ‘900 vennero realizzare una fucina e una bottega da fabbro. Nella seconda metà del 1900 e in particolare in seguito all'alluvione del 1966, la maggior parte di questi opifici venne chiusa ed attualmente solo la centralina Baldovin Carulli del 1926, è tuttora in funzione con macchinari originali.
Partendo dalla piazza del paese, il percorso guidato consente di passare davanti agli edifici che un tempo ospitavano la fucina "Marin” e il lanificio “Zanella” (cd. filanda de Mariana dela lana); percorrendo il sentiero sulla sponda del canale Rio Rin si giunge nel fulcro dell’attività artigianale di un tempo, dinanzi al Mulino “dei Pinza”, recentemente restaurato, consentendo un ingresso ai locali che ospitano la macina da granoturco e la fucina per la lavorazione del ferro, e il mulino “Zanella in Loda”, adiacente al primo. A valle sono visibili i resti del mulino “Da Pra”, che un tempo ospitava la compattazione dei panni (cd. follo da panni).
Accompagnati dallo scorrere dell’acqua del Rio Rin, si giunge poi alla terza grande ruota lignea, propria del mulino “Da Pra-Calligaro”; nella parte più a valle del fabbricato, vi è un piccolo locale che ospitò una fucina. Il passaggio vicino a un antico lavatoio, accompagna i visitatori verso il mulino “Del Favero”, nella parte più alta della roggia, un tempo adibito alla lavorazione dell’orzo e del granoturco, e un laboratorio di tessitura al primo piano.
Passando per un ultimo lavatoio, si giunge davanti alla centralina idroelettrica “Baldovin Carulli”, punto più a Nord dell’itinerario. L’officina di produzione dell’energia elettrica, costruita ed entrata in funzione nel 1926 (in sostituzione di una precedente, realizzata nel 1915 in località Ronzie, a Sud dell’abitato lozzese, dove già la famiglia Baldovin possedeva una segheria e due falegnamerie), forniva sul territorio lozzese, fino al 2002, circa 280 utenze, prelevando l’acqua da un bacino di raccolta conosciuto come “diga dei Caruli”.
Allegata scheda in pdf